venerdì 3 settembre 2010

Comunicato congiunto LAS Milano - RP Veneto

Lo sciopero degli scrutini è stato un momento alto di lotta nato da una condivisione di intenti che ha visto la base dei lavoratori, personale della scuola di ruolo e precari, uniti ed autonomi in una forma di protesta rilevabile per incisività. Questa è andata oltre le timide e svogliate reazioni dei sindacati, concertativi e non, e dei partiti tutti i quali, allineati a disegni politici che ancora una volta non vedono il lavoratore e la qualità della scuola uniti in modo organico, hanno rimandato le loro iniziative, se l'hanno fatto, alle kermesse di facciata, rituali proteste foglie di fico, culminanti con improbabili, per credibilità, convegni d'autunno.
Oggi a tutti appare chiaro che lo sciopero è stato comunque un abortito momento di svolta nella strategia di lotta adottata, in quanto inchiodato nella sua dinamica propulsiva da chi sul finire degli anni 80 col reale tentativo di garantirsi l'egemonia a livello di rappresentanza del lavoro, mascherando il tutto sotto l'ipocrita facciata delle garanzie dei servizi per il cittadino, con la legge 146 del ‘90 ha pesantemente e decisivamente mutilato l'unica vera ed efficace forma di lotta nelle mani dei lavoratori della scuola.
Ma questo è solo un frammento indicativo di un'articolata strategia che ha visto soggetti politici di varia natura uniti nella prassi di raffreddamento dei conflitti, prassi che prevede una ben delineata analisi delle dinamiche nel mondo del lavoro e non solo, che ha rinunciato di fatto alla descrizione di scenari in cui gli antagonismi reali vengano letti e palesati. A partire da tali antagonismi il conflitto non rimanda soltanto ad un modo di agire, ad una prospettiva, ma si configura come forma di analisi di quanto ci circonda e di quello che stiamo vivendo. Tale lettura risulta ora imprescindibile in un contesto di mondializzazione in cui si sta di fatto sgretolando quel welfare-state risultato storicamente da un compromesso che ha visto congelata non solo la lotta, ma anche la possibilità di un suo articolarsi come riflessione ed analisi dei processi in atto.
La lotta quindi non è un percorso da estremisti, ma si pone con chiarezza a chi è consapevole ed è in grado di leggere la propria azione e le proprie rivendicazioni in modo lucido e tutt'altro che corporativo: i lavoratori della scuola non difendono solo il loro posto di lavoro, ma hanno come obiettivo ultimo la qualità della scuola stessa ovvero il futuro e la libertà per le nuove generazioni. La prospettiva della lotta si pone a chi intraprende, in modo autonomo rispetto ai soggetti politici che frenano o congelano la lotta, un percorso di analisi lucido, unica garanzia per azioni credibili che non rischino di essere, talvolta anche drammaticamente, fagocitate in quei ritualismi di uno spettacolo purtroppo molte volte già visto ma che recuperino la dimensione collettiva dell’agire politico.
Rifiuto della delega, autonomia dal basso, riflessione critica, analisi dei conflitti reali e lotta! Questo proponiamo e null'altro!


Rete Organizzata Docenti e Ata Precari Scuola Veneto
Lavoratori Auto-organizzati della Scuola - Milano

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