La strada dello sciopero della fame imboccata da alcuni docenti precari si è rivelata ad oggi fallimentare, poiché, se è riuscita ad attrarre i mezzi di comunicazione, sempre in cerca di storie drammatiche, che suscitino curiosità e scalpore in lettori e telespettatori educati al gusto della spettacolarità e del reality show, non è stata in grado di mobilitare i lavoratori della scuola e si è facilmente prestata alla vampirizzazione da parte di politici in passerella.
Questa forma di lotta potenzialmente implosiva non può, né deve essere estesa ai lavoratori. Chi ha predicato l’estensione dello sciopero della fame a tutti i precari li ha dissennatamente spinti verso un suicidio di massa o a una sua messa in scena, anziché lavorare per la costruzione di lotte collettive. Da lotte condivise bisogna appunto ripartire.
Il momento e il luogo da cui ricominciare, in autonomia e dal basso, sono le prossime operazioni di nomina, in cui saranno presenti i lavoratori e i disoccupati. La direzione da noi indicata è quella del boicottaggio attivo e della non-collaborazione, che significa rifiuto di tutte le forme di straordinario, rifiuto delle cattedre over size. Ma perché questa strada sia effettivamente seguita dai colleghi precari alle nomine e nelle scuole (per chi avrà la fortuna di entrarci) serve un esempio. Come hanno mostrato i colleghi di Reggio Calabria, i precari devono rialzare la testa, debbono far valere il diritto ad un trattamento dignitoso e al rispetto delle normative che regolamentano le operazioni di nomina, devono riaffermare i propri diritti dinanzi a D.S. sempre più simili a manager di azienda che a colleghi.
Quindi, vigileremo affinché le nomine siano effettivamente pubbliche e trasparenti, affinché le disponibilità siano pubblicate per tempo, affinché non siano assegnati posti arrivati in corso di nomina, affinché non si attribuiscano cattedre o spezzoni oltre le 18 ore. Qualora ciò non accadesse, le convocazioni dovranno essere sospese e rinviate al giorno seguente.
Smettere i panni del gregge alle nomine e quelli del missionario e del carrierista nelle scuole, questo obiettivo ci poniamo, perché la lotta nasce sia dalla conoscenza dei propri diritti e doveri, sia dal recupero della solidarietà e dell’unità dei lavoratori.
Lavoratori Auto-organizzati della Scuola - Milano
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