venerdì 4 marzo 2011

Prometheus n.° 5

Uscito l'ultimo numero di Prometheus. Potete scaricare la rivista da questo blog o direttamente al link: http://www.4shared.com/document/wfPQ7ybh/Prometheus_5.html
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Di seguito, proponiamo l'editoriale del nuovo numero.

Il ricatto padronale: lavoro contro diritti
Oltre cento sono le scuole di ogni ordine e grado che a Milano e provincia hanno rifiutato di sperimentare il merito, quasi novanta quelle cagliaritane. Si contano sulle dita, invece, gli istituti aderenti, talora senza la preventiva approvazione del Collegio Docenti. Un nuovo, pesante fallimento del MIUR, dopo la BOCCIATURA del progetto di sperimentazione avvenuta a Torino e a Napoli, al quale il Ministero non poteva rispondere che con un Decreto Ministeriale, secondo una prassi ormai inveterata dell’attuale governo. Stando alle indiscrezioni dei mezzi di stampa, il DM sarebbe stato presentato lo scorso 31 gennaio a Cgil, Cisl, Uil, i quali, però, hanno negato di averlo ricevuto. Mentre è di poche settimane fa la firma del Decreto attuativo della legge Brunetta sulla Pubblica Amministrazione da parte dei sindacati gialli Cisl e Uil. E proprio dal DL/150 del 27 ottobre 2009, convertito in legge il 4 marzo 2009, si deve partire per comprendere il disegno economico e politico celato dietro la CROCIATA IDEOLOGICA di Brunetta e Gelmini su merito e valutazione. Campagna questa non nuova, lo ribadiamo, giacché nel ’99 il cosiddetto CONCORSONE costò la poltrona del ministero di Viale Trastevere a Berlinguer. Non è infatti un caso che oggi, prima in Lombardia, poi durante la prima edizione del Forum per il rilancio dell’istruzione pubblica, il Partito Democratico dichiari di non voler lasciare la bandiera del merito nelle mani del centrodestra. Se dell’inapplicabilità dei metodi aziendali di valutazione della performance individuale a un contesto di produttività immateriale, sociale e socializzata come quello della scuola abbiamo già discusso su queste pagine, ci sembra oggi più che mai urgente riprendere il filo del discorso a partire dall’attacco ai diritti dei lavoratori, sferrato dal governo al comparto della scuola e da Marchionne agli operai dell’industria metalmeccanica, nel trittico silenzio-assenso-trasmissione dei sindacati padronali.Tra le finalità della legge Brunetta figurano l’incremento dell’EFFICIENZA del lavoro pubblico e il contrasto alla scarsa produttività e all’assenteismo. Singolare e significativo che a fare per primo tesoro, portandolo alle estreme conseguenze, dello zelo impiegato dal ministro della PA nello smascheramento di fannulloni e assenteisti sia stato il maggior guppo multinazionale italiano del più importante settore industriale nazionale, a Pomigliano d’Arco prima, a Mirafiori poi. L’accordo Fiat di POMIGLIANO interviene infatti sul CCNL del 2008 con modifiche peggiorative sui tempi di lavoro, orari e riposi, sulla malattia e sul diritto di sciopero, inasprendo il dispositivo disciplinare di controllo sul corpo dei lavoratori. Ma a questo progetto coercitivo, sintetizzabile nel RICATTO “lavoro in cambio di diritti”, proprio il MIUR ha indicato la via. Precisamente nel settembre 2009, in quel reazionario laboratorio sperimentale che è la Lombardia, quando Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Snals firmarono con la Regione e con l’USR i PATTI TERRITORIALI, che obbligavano i precari della scuola rimasti disoccupati a siglare contratti di lavoro in deroga al CCNL, che prevedevano 36 ore lavorative settimanali retribuire come 18, senza malattie, né ferie pagate. Come dire che lo Stato indica all’impresa il PROTOTIPO su cui ristrutturare la contrattazione collettiva, il diritto del lavoro e le relazioni industriali. Anche in materia di CONTRATTAZIONE, infatti il MPAI ha innovato per primo, non solo sottraendo il salario accessorio dalla contrattazione collettiva, ma disciplinando direttamente per legge anche l’organizzazione del lavoro e degli uffici, il che equivale alla fine non solo del potere di contrattazione, ma perfino di concertazione.L’offensiva padronale si presenta dunque negli stessi termini in cui lo Stato si relaziona con una parte dei suoi operai sociali. Ma, mentre i lavoratori che a Mirafiori hanno votato contro nel referendum del gennaio scorso e una parte anche di coloro che hanno votato sì hanno la piena consapevolezza del ricatto a cui sono stati sottoposti, questa coscienza stenta ancora ad affermarsi tra i docenti. Se è vero che il progetto di sperimentazione è stato per ora rifiutato, troppo diffusa è ancora la sottovalutazione della gravità dei processi di ristrutturazione economica e giuridica in atto. Così, il BLOCCO degli SCATTI di anzianità del 2011 e 2012 per gli insegnanti di ruolo, che costerà loro in media 20mila Euro, è sinora scivolato su un mare di rassegnazione o di disinteresse. Come biasimare del resto il docente medio, se il segretario della Flc Cgil - cui ha delegato, sembrerebbe, anche la capacità di ragionare e la possibilità di reagire - ha a tal proposito recentemente affermato che la sua associazione professionale vigilerà sull’economia di spesa per consentire il recupero degli scatti? Sposata la stessa logica padronale di divisione dei lavoratori, il segretario della Flc vigilerà insomma sul MIUR, affinché esegua con solerzia le direttive di taglio delle spese indicate dal MEF, ossia 132mila posti di lavoro in meno, per sempre, in tre anni: "DIVIDE ET IMPERA".

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