sabato 4 dicembre 2010
Prometheus: doppio numero
Il segretario della CISL Bonanni, lo scorso 15 novembre, nel corso di una tarda trasmissione di LA7 in cui si parlava di metalmeccanici e di precari, con una docente precaria della scuola, ha modulato per tutta la serata la seguente litania: “L'unico modo per tutelare il lavoro e i posti è quello di rendere il paese Italia appetibile per gli investitori stranieri”. Quindi, aggiungiamo noi, leggendo non solo fra le righe: “voi lavoratori – manodopera e mentedopera – non avete che da offrire la vostra nuda opera, accettando il fatto che la mondializzazione vi ha posto in un nuovo contesto, che non è più quello protetto che, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, è stato garantito da quel compromesso chiamato welfare-state”. Come dire che si deve assistere con rassegnazione a un processo di PROLETARIZZAZIONE spinta, che tocca l'operaio sociale in modo rinnovato e drammatico, articolato sì in modo nuovo, anche se poi riaffiorano, rivisti e rielaborati nel nuovo contesto – sussunti –, i dispositivi di sfruttamento classici. Perché prenderla così alla larga nel commentare le firme aggiunte - i gruppi di precari sottoscriventi – al nostro documento di critica del PD? Perché il linguaggio del PD, anche quando parla di scuola, è l'esemplificazione di una SEMANTICA TRASVERSALE – quindi toccare qui il PD è un pretesto per una più ampia analisi critica –, che è CHIUSA e incapace di uscire dall'autoreferenzialità di un certo discorso. Chiusa in una RAZIONALITÀ ECONOMICA, che riduce anche la stessa scuola a una fabbrica di ingranaggi della macchina sociale, pur articolata e complessa – forgiatrice del lavoro complesso –, malgrado l'improponibilità attuale di un tale obbrobrio sia mascherata con la foglia di fico della denuncia delle cifre – mai tutte le cifre, però: mancano per esempio quelle che riguardano l'epocale taglio del personale – e le crude percentuali degli investimenti per la ricerca e l'istruzione. Dall'altro versante le cifre sciorinate dei tagli, le richieste di assunzione sui posti vacanti presentate dai precari della scuola, l'accusa mossa alla riforma dai docenti precari e di ruolo, di non essere altro che una razionalizzazione di un capitolo di spesa pubblica, non bastano. Se veramente ci si deve riappropriare della scuola, ridandole la possibilità di immaginare, di pensare e di costruire, elaborandolo, un altro futuro – nel lungo periodo saremo tutti morti, ma i nostri figli saranno vivi! – non si può partire dal discorso sindacale ed economicistico, ma bisogna attaccare, mediante una seria ANALISI CRITICA, quel discorso razionale e chiuso di cui abbiamo detto sopra. Firmare un documento del genere, il nostro documento contro il PD, denso punto di partenza per un lavoro lungo, faticoso, ma obbligatorio e appagante, vuol dire mettersi in una prospettiva in cui la lotta si articoli oltre il senso perso in certe parate sindacali e in alcune spettacolari manifestazioni, entrambe capitoli dello show mediatico-politico, altro versante del discorso economico razionale chiuso. La differenza fra presunti movimenti virtuali e autoreferenziali e il contribuire alla costruzione di un MOVIMENTO AUTONOMO, in cui nell'analisi critica, unita alla prassi di lotta nei LUOGHI DI LAVORO, rilegga, facendolo riemergere, il conflitto anestetizzato e latente, divide nettamente lo spettro delle frequenze delle varie proposte politiche. Nell'oggi il nostro appello al contribuire alla costruzione di un movimento autonomo di lavoratori a partire dalla scuola e dall'università, non già da un generico settore della conoscenza, non può che concretamente e storicamente guardare in primo luogo alle esperienze “DI BASE”, ove queste non si siano chiuse, ma soprattutto non può prescindere dal diffondere nei posti di lavoro le analisi e le riflessioni nell'approccio critico che caratterizza il lavoro da noi qui intrapreso, in Prometheus.
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