martedì 14 settembre 2010

Schema di DM sulla formazione iniziale

Pubblichiamo un documento critico di LAS Milano e RPVeneto sullo schema di Decreto Ministeriale sulla formazione iniziale dei docenti.

Il nuovo sistema di reclutamento, attualmente allo studio del MIUR, rappresenta per i docenti inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento un pericolo maggiore della stessa Legge 133/2008. Se questa, infatti, ha gettato decine di migliaia di docenti in uno stato di temporanea disoccupazione, quello minaccia di condannarne molti di più all’espulsione definitiva dalla scuola.
Lo scenario che si sta allestendo per i docenti attualmente inclusi nelle GaE si può presagire dal decreto sulla formazione iniziale degli insegnanti, approntato in questi giorni dal MIUR. Il testo, che rimanda a un successivo decreto la definizione delle norme per il reclutamento, definisce nuove procedure abilitanti, che rappresentano un chiaro regresso rispetto a quelle finora vigenti. Nonostante le pompose affermazioni sulla volontà di modificare radicalmente la formazione iniziale dei docenti, il ministero riproduce, in forma leggermente modificata, le vecchie procedure abilitanti, limitandosi a ridurne la durata e/o l’intensità. Per la scuola secondaria, infatti, al precedente sistema, che prevedeva: laurea quadriennale o magistrale (quinquennale) + biennio SSIS comprensivo di tirocinio attivo, subentra il seguente: laurea magistrale + Tirocinio Formativo Attivo annuale. Se si considera che la SSIS comprendeva insegnamenti disciplinari e didattici simili a quelli che saranno impartiti nelle nuove lauree magistrali, è evidente che la laurea triennale sarà equiparata di fatto alle vecchie lauree quadriennali o quinquennali. Quanto all’anno di TFA, esso si presenta come una semplice ripresa, separata nel tempo rispetto alla formazione universitaria, del vecchio tirocinio biennale, che nelle SSIS si svolgeva contemporaneamente alla formazione didattico-disciplinare. Non di rivoluzione del sistema di formazione, all’insegna della centralità della didattica, si tratta quindi, bensì di uno snellimento delle vecchie procedure, in linea con i pareri di certo sindacalismo.
La regolamentazione degli accessi ai corsi di laurea magistrale si basa sulla programmazione regionale del fabbisogno di personale docente, maggiorato nel limite del 30% in relazione al fabbisogno dell’intero sistema nazionale di istruzione. Accedono direttamente al TFA i possessori di laurea quadriennale o magistrale. Oltre al fatto che parlare di fabbisogno di personale docente, a fronte di circa 250mila iscritti nelle GaE, due terzi dei quali disoccupati, sembra uno scherzo di cattivo gusto, bisogna sottolineare che la normativa di riferimento è la legge 449/1997, sulla base della quale sono stati stabiliti per un decennio i contingenti di accesso alle SSIS, che hanno provocato l’esplosione del precariato nella scuola. Non di una soluzione al problema del precariato si tratta, quindi, ma di un preciso disegno per ampliarne la scala.
L’insistenza del governo sulla novità di queste procedure di formazione lascia presagire che si stia preparando un doppio canale di reclutamento, che istituisca una via preferenziale per i neo-abilitati, rispetto ai docenti iscritti nelle GaE.
L’istituzione di un doppio canale si baserebbe sul falso presupposto, giustificabile esclusivamente in una prospettiva propagandistica, che le vecchie procedure abilitanti non siano altrettanto o più valide delle nuove. Esso porterebbe, inoltre, alla conseguenza, paradossale e socialmente ingiusta, di creare nuovo precariato, al di fuori del reale fabbisogno di personale docente, espellendo dalla scuola molti precari già abilitati, a favore di altrettanti neo-laureati. Il doppio canale è uno strumento per estendere la lotta tra poveri: crea false aspettative per i più giovani, riduce le prospettive lavorative per i docenti precari più esperti.
Le Graduatorie ad Esaurimento sono lungi dall’essere esaurite. Solamente un massiccio piano di assunzioni a tempo indeterminato, fino al completo esaurimento delle graduatorie, può risolvere il problema del precariato nella scuola. Le OOSS sanno bene che esiste personale adeguatamente formato in soprannumero nella scuola italiana, e che non c’è alcuna necessità di rinfoltire il precariato prima di avere assorbito quello esistente. Un nuovo sistema di formazione iniziale dovrebbe servire a sanare le posizioni di migliaia di docenti che già insegnano, pur non possedendo l’abilitazione, non ad alimentare ulteriormente il precariato scolastico. La formazione di nuovo personale, del resto, è compatibile con il mantenimento e la riapertura delle GaE.
Il sistema di reclutamento, infine, dovrebbe garantire in primo luogo il diritto all’assunzione maturato in lunghi anni di servizio da centinaia di migliaia di docenti iscritti nelle GaE. Una programmazione dissennata degli accessi alle procedure abilitanti da parte del MIUR, congiunta ai tagli della legge 133/2008, li hanno condannati alla precarietà prima e alla disoccupazione poi; sacrificarli ora a una nuova leva di insegnanti in erba appare come un’indegna opera di macelleria sociale. Qualsiasi organizzazione, politica o sindacale, sostenga o avalli l’introduzione di un doppio canale di reclutamento, in una fase di forte contrazione degli organici e di sovrabbondanza di insegnanti abilitati, è quindi corresponsabile della disoccupazione di massa dei docenti precari, che reagiranno con una campagna di de-tesseramento e di astensione dal voto.

Lavoratori Auto-organizzati della Scuola – Milano

Rete Organizzata Docenti e Ata Precari Scuola Veneto

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