[...] l’apertura del PD ai temi della valutazione e del merito, nonché a quelli della trasformazione delle modalità di reclutamento, dell’ingresso dei privati nelle scuole, della chiamata diretta del personale docente, della gestione del personale da parte delle scuole, testimonia, molto più di una strategia consapevole e razionale per rilanciare la scuola, la subalternità di quel partito all’ideologia dell’impresa, la sua condivisione del generale disegno di impoverimento e di sottomissione della scuola a logiche privatistiche perseguito negli ultimi decenni, la debolezza della sua opposizione e l’inesistenza di una proposta realmente alternativa a quella dell’attuale governo.
Inoltre, proporre queste novità, con lo scopo dichiarato di rilanciare la scuola italiana, significa dare adito alla mistificazione secondo la quale sarebbe possibile riformare la scuola a costo zero, o addirittura, come mostra la costante riduzione dei finanziamenti che data ormai da un ventennio, risparmiando. I problemi della scuola italiana, che il PD dichiara di avere a cuore, come la dispersione o lo scarso numero di diplomati, sono il risultato di una politica sistematica di taglio alla spesa; non possono quindi essere risolti altrimenti che con una politica di investimento. Non si tratta di impiegare meglio le risorse esistenti, ma di incrementarle. La cosiddetta qualità dell’istruzione richiede classi contenute, non classi-pollaio da 35 studenti; richiede che si possano nominare supplenti anche per le assenze brevi, anziché essere costretti a smembrare le classi ad ogni ora, e che si assumano in ruolo i docenti precari; la lotta alla dispersione richiede la presenza nelle scuole di personale qualificato che orienti, riorienti, sostenga gli studenti in difficoltà; l’integrazione degli alunni stranieri impone l’assunzione di insegnanti di italiano L2; la preparazione degli insegnanti passa attraverso l’erogazione di corsi di aggiornamento gratuiti, e così via.
L’opinione pubblica può credere che la dispersione scolastica e le carenze della scuola italiana dipendano dall’impreparazione e dallo scarso impegno degli insegnanti, dal meccanismo dello scorrimento delle graduatorie e dalla scarsa selezione in ingresso, dalla mancanza della valutazione e dall’eccesso di burocrazia. Un partito che ambisca a governare il paese e che voglia rappresentare una reale alternativa agli occhi di un milione di lavoratori della scuola e di milioni di potenziali elettori, però, anziché legittimare quei pregiudizi e proporre soluzioni che su essi si fondano, dovrebbe denunciare con onestà e forza le vere cause delle difficoltà in cui versa la scuola – i tagli alle risorse dell’ultimo ventennio - e proporre conseguentemente un piano finanziario che la rilanci e che collochi la spesa italiana per l’istruzione in linea con quella dei principali paesi europei.
Propongono:
Lavoratori Auto-organizzati della Scuola – Milano
Rete Organizzata Docenti e Ata Precari Scuola Veneto
Sottoscrivono:
Coordinamento Precari Scuola Modena
Gruppi di Azione Precaria Genova
Precari Cobas Napoli
Precari Scuola Padova
Precari Scuola Cobas Roma
Precari Scuola Cobas Latina
Precari Scuola Cobas Pisa
Precari Scuola Cobas Salerno
Precari Scuola Cagliari
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